GLI OLI ESSENZIALI

13.06.2020

COSA SONO E COSA FANNO

Quello che noi chiamiamo Olio Essenziale (Naturale) è il risultato della distillazione a corrente di vapore, di petali, foglie, radichette o pezzi di corteccia di piante aromatiche, o della spremitura della buccia degli agrumi. Questo olio, diverso degli oli fissi come l'Olio di Oliva, l'Olio di Mandorle dolci, l'Olio di Arachidi, ecc... è estremamente volatile e non lascia, dopo qualche minuto, nessun residuo grasso sulla carta.

Alcuni O. E. provengono dalla distillazione di gomme o resine essudate dal tronco. Sono allora chiamate "Oleoresine".

In generale, nella pianta, l'O. E. si trova nelle cellule secretrici del fiore, delle foglie delle radici e delle bacche. Questi complessi composti si chiamano così perché, per il loro aspetto, sembrano oli, sebbene, con il tempo, valutazioni in ambito chimico e fisico ci abbiano dimostrato che così non è.

La denominazione "essenziale"venne attribuita da chi pensava che, con questa operazione, si estraesse l'anima o l'"essenza" della pianta. Da qui la denominazione di olio essenziale.

Gli oli essenziali sono composti dall'unione di centinaia di differenti molecole "aromatiche" liberate dalla pianta se sottoposta ad azione meccanica (sfregamento o spremitura) o, semplicemente, se sottoposta al calore di un giorno d'estate. I metodi analitici attualmente in uso sono stati in grado di permetterci di distinguere, negli oli essenziali, fino a 10.000 molecole chimiche differenti. Queste sostanze si definiscono "aromatiche" per le loro proprietà olfattive, dato che la loro struttura chimica non sempre è quella dei composti ciclici trietilenici. Sono veramente pochi i casi nei quali l'olio essenziale di una pianta è composto principalmente da un solo tipo di molecola; ciò che è più abituale è che un olio essenziale contenga centinaia di molecole distinte. Gli oli essenziali possono essere considerati come gli ormoni delle piante o la loro "forza vitale". La quantità di olio presente essenziale presente nelle piante varia considerevolmente in funzione della specie botanica, a causa dei fattori relativi al tipo di terreno ed alla locazione geografica (latitudine e longitudine), chiamati anche "fattori pedoclimatici"; in alcune non giunge a più dello 0.1% e può giungere addirittura fino al 10%. Senza dubbio, la maggioranza degli oli ha proprietà antisettiche e antibatteriche, ed è stato dimostrato, sperimentalmente, che sono in grado di agire sui batteri, anche per semplice contatto. Gli oli essenziali sono preparati estrattivi che richiedono molta cautela nella manipolazione e somministrazione. Sono note, infatti, anche conseguenze di tipo tossicologico legate ad un loro uso inopportuno. Paracelso ci ha lasciato un insegnamento fondamentale, suggerendo che tutte e nessuna sostanza può agire, quale veleno, in contatto con il nostro corpo. Alludeva evidentemente, questo scienziato tedesco del XVI secolo, al fatto che è di estrema importanza la puntualizzazione dei dosaggi nell'uso terapeutico di ogni sostanza. Incidenti legati a manifestazioni tossiche da contatto, o da assunzione, sono note, ad esempio, per le bacche di vaniglia; infatti gli operai addetti alla loro trasformazione sono soggetti a forti cefalee ed a disturbi gastro-intestinali. Infusioni troppo concentrate di menta piperita possono causare episodi di tachicardia. Alti dosaggi dì zafferano possono, addirittura, dare convulsioni. Gli oli essenziali di tiglio ed eucalipto possono, invece, causare reazioni di tipo allergico. Di fatto gli oli essenziali si possono considerare quali miscele costituite da molte individualità chimiche. La loro attività, spesso, è specificamente legata alla tipologia d'insieme della composizione ma è, altrettanto, attribuibile ad un particolare principio attivo contenuto nella composizione stessa. È il caso ad esempio del Bisabololo contenuto nell'olio essenziale di Camomilla matricaria; di fatto, molte delle sostanze presenti nell'olio essenziale ha capacità interferenti con i recettori cellulari e sono quindi in condizione di esprimere dei messaggi che abbiano un significato fisiologico. In altre condizioni d'uso, è possibile utilizzare questi stessi preparati con finalità d'uso legate alla "sanitizzazione" dell'epidermide ed alla prevenzione della formazione di sgradevoli odori cutanei. Il Farnesolo, nella fattispecie, è il principio attivo che consente le attività d'uso richieste ai preparati cosmetici ricadenti nella categoria dei deodoranti.

FUNZIONE DELL'OLIO ESSENZIALE NELLA PIANTA

Esistono diverse teorie quanto all'utilità dell'O. E. nella pianta e sono tutte molto controverse. Alcuni pensano che sia un prodotto di scarto del metabolismo della pianta; altri che l'O. E. sia indispensabile alla protezione e la sopravvivenza del suo ospite. Conosciamo però con certezza alcune delle sue funzioni. Già i Greci avevano notato che il profumo dei fiori attirava gli insetti permettendo, con il loro girovagare di calice in calice, l'impollinazione di altri esemplari e la riproduzione. Dalla constatazione che alcune piante dal profumo dolce invitavano le api a visitarle per poi lavorare il miele, nacque il nome proprio della Melissa.

L'O. E. lavora in modo estremamente selettivo e, se attira gli insetti utili, tende a respingere gli insetti nocivi per la piante. Al punto che, oggi, alcune piante aromatiche sono utilizzate nell'agricoltura biologica al posto degli insetticidi chimici.

Più recentemente, abbiamo registrato un effetto inaspettato degli O. E. in natura: l'O. E. contenuto in alcune piante del deserto modifica l'ambiente intorno alla pianta, creando un micro-clima più umido e con una temperatura di parecchi gradi inferiore. Sappiamo, oggi, che l'O. E. ha anche una funzione nutritiva. Se si lascia una pianta aromatica al buio per diversi giorni, ella perde completamente il suo profumo, utilizzato per nutrirsi in mancanza di fotosintesi solare. In questo caso ha avuto funzione di riserva nutrizionale.

ASPETTO DEGLI OLI ESSENZIALI

In generale, gli O. E. si presentano come un liquido trasparente e incolore (menta, limone, lavanda ...), qualche volta colorato, dal giallo paglierino al marrone scuro. Alcuni O. E. contenenti derivati azulenici sono colorati di blu (la camomilla matricaria selvatica, il fiordaliso, l'elicriso) o in verde come l'assenzio. Ci può essere una grande varietà anche tra O. E. di stesse specie (il timo, dal giallo al rosso o al marrone scuro) secondo la composizione chimica, l'anno di raccolta, ecc... Ma sempre l'aromaterapeuta esperto potrà dedurre, dall'aspetto fisico e dal profumo, indicazioni interessanti. Il colore verde, per esempio, di una camomilla matricaria (che dovrebbe essere blu scuro) ci indicherà che l'O. E. sta invecchiando o che è stato esposto troppo a lungo alla luce, permettendo la distruzione della componente di azulenica, indispensabile nella cura delle manifestazioni allergiche. Ma se si tratta di utilizzarla come antinfiammatorio e cicatrizzante, il nostro prodotto sarà eccellente. Alcune volte un colore chiaro ci permetterà (per il timo per es.) di scegliere un O. E. meno caustico (il timo rosso, spesso di colore marroncino, non può essere utilizzato per i bambini). Ma l'aspetto ci può dare solo una indicazione che deve essere completata dalla lettura dell'analisi del prodotto.

Non si dovrebbe mai utilizzare un O. E. per via interna senza conoscerne composizione chimica e gascromatografica (tecnica cromatografica).

COMPOSIZIONE CHIMICA DEGLI OLI ESSENZIALI

Una stessa pianta (stessa famiglia, stessa specie) può, secondo il paese di origine, il clima e le condizioni della raccolta, fornire un O. E. molto diverso. E anche se privilegiamo l'uso topico (esterno), le diverse composizioni permettono di raggiungere organi bersaglio diversi e, dunque, di curare problemi diversi.

In natura sono stati individuati un migliaio di componenti che possono concorrere in un O. E. L'essenza di una pianta ne conta fino a trecento, abbinati in modo particolare e con quantità variabile da una varietà all'altra. Come dunque classificare una materia così complessa? Si è tenuto conto, particolarmente, dei componenti responsabili dell'effetto antisettico ed antibatterico. Poi dei componenti principali predominanti nell'O. E. sono così stati scelti per la classificazione:

Gli idrocarburi (terpenici e sesquiterpenici): terpinene, fellandrene, limonene, pinene, dipantene

Gli alcoli: linalolo, geraniolo, nerolo

I fenoli: timolo, carvacrolo, eugenolo, safrolo

Le aldeidi: citronellale, citrale, benzaldeide, aldeide cinnamica, aldeide cuminica, aldeide salicilica

I chetoni : pulegione, carvone, tuione

                                   Bibliografia: IL LIBRO DEGLI OLI ESSENZIALI dalla pianta all'aromaterapia

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